Reflections
In un giorno di ordinaria noia, mi ritrovai a vagare nella monotonia del cyberspazio. Ad un certo momento il mio sguardo fu catturato da una curiosa immagine. (Barbara Meletto)
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Reflections

RIFLESSIONI DI ROBERTO MARES

 

In un giorno di ordinaria noia, mi ritrovai a vagare nella monotonia del cyberspazio. Ad un certo momento il mio sguardo fu catturato da una curiosa immagine. Lì per lì rimasi disorientata. Non riuscivo a comprendere cosa rappresentasse, ma non me ne curai più di tanto: non era tanto rilevante la riconoscibilità del soggetto, quanto l’effetto finale, totalmente accattivante e straniante, allo stesso tempo magico e suggestivo.

Ero precipitata nella tana di Bianconiglio!

 

Ben presto l’immagine ebbe un titolo ed un autore: si trattava di una delle prime “Riflessioni” di Roberto Mares. “Riflessioni”, o “Reflexions” alla bizzarra moda anglofila dell’autore, è il titolo che si è voluto dare a questa serie di scatti, un titolo decisamente appropriato in quanto allude alla loro genesi ed al loro significato intrinseco.

 

Innanzi tutto il termine riflessione fa riferimento al processo messo in atto per ottenere queste immagini: partendo da una foto preesistente, Roberto ha compiuto su di essa una particolare manipolazione, tagliandola in determinati punti e facendola specchiare in se stessa. Il risultato è quantomeno stupefacente: il riflesso della realtà porta alla luce qualcosa di completamente nuovo, una realtà potenziata molto più pregante ed evocativa di quella precedente.

Ero entrata nella Casa dello Specchio! Qui avevo trovato qualcosa di simile, ma di diverso rispetto al mondo a me noto, un universo sconosciuto in grado di svelare il lato più misterioso delle cose.

 

Ma la parola riflessione implica qualcosa di ulteriore, ossia l’idea che sta alla base dell’atto creativo. Dietro queste composizioni, frutto apparente del caso, si percepisce lo studio compiuto dall’autore: Roberto ha scelto determinate fotografie e ha pensato a come modificarle. In questa precisa elaborazione mentale la fotografia si avvicina alla pittura: si possono fotografare i sogni che si hanno in mente o si può trasformare la fotografia nel riflesso di un sogno. E questo è quello che fa Roberto, superbo esploratore di aspetti che il nostro occhio non registrò mai.

Figure conosciute e riconoscibili si trasformano in mondi irreali ma possibili: Piazza San Marco, Castel Sant’Angelo, il Colosseo, una gondola, un frammento di architettura o un paesaggio, si piegano ad un preciso disegno e ad una personalissima visione estetica. Ma, prima ancora che visioni, le Riflessioni di Roberto sono delle vedute: panorami urbani o naturali dove ad essere preminente è il rigore formale e l’armonia compositiva.

 

In una civiltà satura di immagini come è la nostra, il lavoro di Roberto ci emoziona, ci stupisce e ci diverte, perché anche questo è lo scopo dell’arte, fare della bellezza uno strumento di piacere.

“Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.” (Marcel Proust)

 

di Barbara Meletto